Tutto fermo da domani,
lo dichiara il ministero,
ci si sente tanto strani,
sembra un gioco, invece è vero.
Si evidenzia l’ignoranza
e la faciloneria,
gente che con arroganza
dona sfogo alla follia
stando fuori per la strada
atteggiandosi da eroi
ed invece, non c’è rada,
non c’è oasi per noi.
Nove marzo venti venti,
il ministro alza le mura,
chiede straordinari intenti
e si affida alla cultura.
Serve consapevolezza,
il buon senso e la coscienza,
assoluta correttezza,
la lealtà, la trasparenza.
C’è un nemico che, silente,
ci ha chiarito in un minuto,
che il progresso è uguale al niente
e che nulla ci è dovuto.
Se vogliamo che, a ogni costo,
il presente abbia un domani,
stiamo tutti al nostro posto,
con le mani tra…le mani!
Il futuro, oggi, si basa
in un metro di distanza
e, perciò, io resto in casa:
nun è tempu di…mattanza!